Look at this. There's a story around this handcrafted piece of metal. |
Date un'occhiata a questo coso. C'è una storia dietro questo pezzo di ferro fatto a mano. |
Back in the days, motorcycles riders were part of the bike itself. It was normal to put your hands on your bike to do some maintenance, to fix stuff, modify, upgrade. It's not like nowadays. Right now you enter a dealer, buy a bike, got warranty extension, service every 10 or 20 thousand kilometers and if something doesn't work 100%, you go back to the dealer, you complain, you mention your lawyer. That's simply ugly. Back then you know you had a beautiful iron, you know your bike was passion and love, but you also knew it wasn't perfect, it wasn't given for granted that it would take you there and, above all, as arider you developed some skills to make it working all the times. This concept pushed the DIY religion. Even because maybe what you needed wasn't easy to find, the only shop having it was way too far, or maybe it was damn expensive and for professionals only... or it simply didn't exist. It wasn't like today: you grab a computer or a phone, go to a website, few clicks and the day after what you needed gets delivered at your door. This story I am telling goes back in the early/mid 90s. We finally could upgrade and get real bikes. I mean big bikes. My first one was a Suzuki GSX-F 1100 that lasted six months or about. One of my dearest friends has always been bewitched by Ducati. He never even thought to get something else (ok, he also owns a Vespa!). His first one happened to be a Ducati 900SS, one of the earliest ones. Carbon fiber Termignoni cans, loud as hell, well kept, with some upgrades applied by the previous owner himself, with his own hands. The guy not only took well care but also built himself stuff, such as a PADDOCK STAND, a lovely piece of iron that came with the bike, for better parking it in the garage or for a better chain lubing or maintenance (very racing, after all the home garage has always been a "box"). I guess back then the paddock stands weren't something you find anywhere, it was more of a pro-stuff, so he simply crafted and welded it together. The cool thing is this stand isn't for paddock stands bobbins, it has no forks... it rather has some rubber covered supports, going under the swing arm and lifting the bike like any modern stand does. Fast forward in time: at a point in his life my mate sold the 900SS (now he keeps with much love a 851), but kept that paddock stand. The 851 probably already had the bobbins, or I simply asked him to give me the stand for some works I had to do, I don't remember, but in the end the stand became mine. Ok, I've a good range of stands in my garage, the race bikes had all the bobbins and I had modern stands... but I always parked the 937 on THAT hand made ex-900ss paddock stand. This until today. |
Un tempo i motociclisti erano parte della moto stessa. Era normale metterci le mani per farci della manutenzione, aggiustare cose, apportare modifiche, qualche miglioramento. Non è come ora. Oggi entri dal concessionario, ti compri una moto, chiedi l'estensione di garanzia, hai il tagliando ogni 10 o 20 mila chilometri e se qualcosa non va alla perfezione, torni dal concessionario, ti lamenti, citi il nome dell'avocato. Una cosa orribile. Tempo addietro sapevi che avevi il tuo bellissimo ferro, sapevi che la tua moto era passione e amore, ma sapevi anche che non era perfetta (un po' come una donna), non era garantito il fatto che ti avrebbe portato a destinazione e, cosa principale, in quanto motociclista avevi sviluppato delle abilità per farla funzionare. Sempre. Questo punto di vista, questo concetto, ha enfatizzato la religione del fai-da-te. Anche perché quello che ti serviva non era facile da trovare, l'unico negozio che ce l'aveva era troppo lontano, o magari costava un botto ed era riservato solo a professionisti... o semplicemente non esisteva ancora! Non era come oggi: accendi il computer o il telefono, vai su un sito web, qualche click ed il giorno dopo il pezzo che ti serviva ti viene consegnato a casa. Questa storia che vi racconto risale alla prima metà degli anni '90. Finalmente potevamo comprarci le vere moto. Voglio dire le moto grosse. La mia prima è stata una Suzuki GSX-F 1100 che è durata solo sei mesi. Uno dei miei più cari amici è sempre stato stregato dalla Ducati. Non ha mai pensato di comprarsi qualcos'altro. Mai (tranne la Vespa)! La sua prima moto seria fu una Ducati 900SS, una delle prime. Scarichi Termignoni in carbonio che facevano un casino mostruoso, una moto in buone condizioni, con alcune modifiche fatte dal precedente proprietario con le sue mani. Il tizio non solo si era preso cura della moto, ma si costruì da solo un cavalletto da paddock, un favoloso pezzo di ferro che era a corredo con la moto, per parcheggiarla meglio in garage o per farci un po' di manutenzione agevolmente, come lubrificare la catena (molto racing, il garage è sempre stato un "box" dopotutto). Immagino che all'epoca i paddock stand non erano una cosa che trovavi ovunque, o magari erano solo per professionisti, quindi il tizio se lo è costruito da solo, saldando, tagliando, piegando il metallo. La cosa simpatica è che questo cavalletto non è pensato per i nottolini che si applicano sul forcellone, non ha le forche, ha dei supporti ricoperti di gomma che vanno a sollevare la moto da sotto il forcellone... con lo stesso effetto di un cavalletto moderno. Salto in avanti nel tempo: ad un certo punto della sua vita, il mio amico ha venduto la 900SS (ora ha una 851 che adora), ma conservò il cavalletto. Forse l'851 aveva già i nottolini, o magari io gli chiesi di prestarmi il cavalletto per dei lavori, non ricordo, ma alla fine quel cavalletto diventò mio. Certo, ho vari cavalletti in garage, le moto da pista avevano i nottolini ed io ho cavalletti moderni... ma ho sempre parcheggiato la 937 su QUEL cavalletto fatto a mano, quello della 900SS. Fino ad oggi. |
On my recent bike maintenance, I was with my friend at the workshop... he had to lift the rear, so he did apply some bobbins he has in his workshop … as he has no stands like the one I have. After the work was done, he suggested me to get some and “upgrade” from my old stand: it's safer, better if I take the bike to the workshop... and simply works better with any modern stand. The only issue was he couldn't get me a set, as the ones he could find were one piece, the bobbin with the thread to screw it in the swingarm... but since I have some strange things using those attaching points (the after market mudguard), I needed longer screws. So I quickly found out the bobbins I needed (with the above mentioned go-to-website-few-clicks procedure) and I installed them, switching to a more modern paddock stand. (continuing after the pics...) |
In occasione della mia recente manutenzione alla moto, ero con il mio amico dell'officina... doveva alzare la moto, quindi ci ha avvitato dei nottolini, quelli tra gli attrezzi dell'officina per lavorare... anche perché nessuno ha un cavalletto come quello che usavo io. A lavori compiuti, mi suggerisce di metterceli questi nottolini... sono più sicuri, comodi quando porto la moto in officina... e funzionano con qualsiasi cavalletto moderno. L'unico problema era che lui non poteva procurarmene un kit, in quanto quelli che poteva reperire sono un pezzo unico, nottolino con filetto per avvitarlo al forcellone, ma a me quelli non vanno bene in quanto ho altra roba attaccata in quei punti (il parafango aftermarket) e mi servono con una vite più lunga. Rapidamente ho reperito i nottolini con il foro (con la procedura sitoweb-qualche-click citata sopra), per poi installarli sulla moto, la quale ora troneggia in garage ben parcheggiata su un cavalletto più moderno. (continua dopo le foto...) |
After I did it, I cleaned the old one. There was some rusty points (guess it didn't get any rust preventing treatment back then), so I sanded it a little and resprayed. Just to keep it. A memory of the glorious days. Just for the legacy of it. Just in the name of a great passion and a long time true friendship. |
A lavoro fatto, ho ripulito il cavalletto vecchio. C'erano dei punti di ruggine (non credo fosse stato trattato all'epoca... mi sembra non fosse manco verniciato la prima volta che lo vidi)... quindi dopo averlo un po' carteggiato l'ho riverniciato nuovamente. Solo per tenerlo. È un ricordo di giorni gloriosi. È una cosa della tradizione, un principio di eredità. Nel nome della grande passione e di una amicizia di lunga data. |
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