Friday, April 11, 2014

MOTOCLUB POMPONE: Visita alla IMASAF (4.4.2014)

IMASAF: ovvero le marmitte made in Italy, made in Veneto. Marmitte che escono in plotoni di 7000 al giorno, da un campo base esteso su 50000 metri quadri (coperti). Credevo di non farcela, ma alla fine ritaglio il tempo da una agenda fitta di impegni e mi avvio, per mio conto, verso lo storico stabilimento di Cittadella. Arrivo, entro nel parcheggio e vedo un manipolo di personaggi abbigliati come se dovessero andare in moto (di fatto... erano in moto... e anche di tipologia molto variegata) verso mete lontane, lontanissime. Di fatto la cosa ha senso: camminare da una punta all'altra dello stabilimento IMASAF è un meta non certo vicina. L'incaricato ci accoglie. Non so se è un infiltrato del Pompone alla IMASAF o un infiltrato della IMASAF al Pompone. Ma gira con una Ducati, e veste Pompone. A dire il vero praticamente tutti i partecipanti vestono con merchandising Pompone oppure Ducati. C'è anche un Aprilia, sempre Made In Italy. Se devo essere sincero c'è anche un rompiscatole con abbigliamento Suzuki Superbike (io), ma la componente eterogenea è sempre stato il punto forte del Pompone. Anche il range di età è molto eterogeneo, e spazia da motostudenti a motopensionati. Inizia la visita. In uno stabilimento che è palesemente a norme con tutto, ci sono regole da rispettare, percorsi da seguire. Il nostro anfitrione si impegna a farcele notare, per la nostra sicurezza. Mille cartelli avvisano di tutti i pericoli di una industria che lavora i metalli... e mi fa sorridere il cartello “vietato fumare” in un posto che costruisce tubi per farci passare dentro... dei fumi. Lo stabilimento è un via vai di carrelli elevatori, i quali corrono come pazzi.
Mi viene garantito che il limite di velocità di 10Kmh viene rispettato (bugia...), e che non c'è competizione tra gli incaricati (davvero?). IMASAF ha una produzione immensa. Ci viene mostrato tutto: dal pezzo di metallo, fino all'impianto di scarico completo. E' interessante vedere uomini e macchine al lavoro assieme: cura umana e precisione dei robots. Molti vogliono approfondire, e porgono domande anche estremamente tecniche. C'è interesse, un interesse che viene da curiosità, conoscenza, passione, fanatismo. Nel caso di quest'ultimo elemento, giuro c'è gente che ha completato la visita convinto che la marmitta per una qualsiasi
utilitaria tedesca possa essere facilmente -e con successo- adattata al vecchio Guzzi che attende in garage la bella stagione. Gente pronta a firmare un ordine pur di aggiungere del made in Italy ad altro made in Italy. La visita prosegue: dal taglio e gestione metalli, fino alla vera e propria costruzione degli impianti di scarico. Sezione saldature, dove ci sono due motivi di vanto della realtà Veneta: il complesso ed invidiato sistema di saldatura robotizzato, e quello umano, dove addetti esperti si occupano di un lavoro artigianale per serie limitate, realizzato nel bel mezzo di una realtà industriale avanzata. Questo avvalorare la mano dell'uomo, in mezzo ad un tripudio di robots, è lodevole, ed è un concetto che si legge sulla faccia dei dipendenti. Certo, era venerdì pomeriggio, ma non si vedeva gente triste o annoiata da un lavoro pesante e/o ripetitivo. Anzi. Ogni operatore era sorridente al nostro passaggio. Alcuni di noi si intrattenevano con questi indaffarati incaricati, i quali erano felici di rivelare qualche piccolo segreto degli incarichi a loro assegnati. Un ambiente che ispira passione ed armonia, un ambiente dove sembra che ogni dipendente ami lavorare nel posto a lui assegnato. Pensate che nel parcheggio dei dipendenti ho notato più di un'auto con gadget dell'azienda esposti sul pianale... Tra un carrello elevatore in derapata e l'altro in accelerazione brutale, spuntano quelli targati Pompone.
Pure la bicicletta del manutentore è targata Pompone, e vanta un impianto di scarico racing. Si arriva al magazzino. Metri e metri di scaffali, infiniti modelli e tipi di prodotto catalogati, pronti alla consegna. Uno spazio immenso, senza limite, dove ancora una volta uomo e macchina convivono. IMASAF non è un produttore locale. Oltre a servire il mercato aftermarket dei ricambi (e quindi producendo impianti di scarico per qualsiasi veicolo), è fornitore delle installazioni di serie di Iveco e gruppo Volkswagen-Audi. Quando sentite quelli che si vantano di compare Tedesco, in realtà comprano anche a Cittadella. Ci sono brevetti interessanti in IMASAF, unici, come ad esempio il filtro anti particolato lavabile. Impianti di scarico creati per gestire l'eterno problema dei motori: l'inquinamento ed il suono. Impianti di scarico che spesso sono ignorati, ma che sono colonna portante di un veicolo fedele alle omologazioni moderne (siamo arrivati a supporre che prima IMASAF fa la marmitta e poi ci si costruisce attorno la vettura).
Molti di noi, però, costruirebbero una vettura attorno all'impianto di scarico esposto in reception, ovvero quello di un'auto di Formula 1 (Benetton ai tempi di Fisichella), un autentico capolavoro. Rituale fotografico, scherzi, battute, camminata veramente lunga (andata e ritorno): due ore abbondanti di passione e cultura industriale. Qualcuno che ho incontrato mi ha espresso il suo parere, ovvero che questi prodotti li fanno anche in Cina, con un quinto del costo. Vero, è stata la mia risposta, ma -con molta fortuna- con solo un decimo della qualità. E certamente senza un minimo termine di paragone per quanto riguarda il livello di capacità evolutiva e di passione umana dimostrata da realtà come questa.