Sunday, August 26, 2012

Back To The Road / Ritorno sulla Strada

Didn't you realize it is quite a while I don't report one of my famous rides? I don't mean track, just those long run on the street, crossing mountains through passes. That's true. Track is almost giving me all I need. My street bike is an old iron that I've been owning for a lifetime. I've ridden her EVERYWHERE. Add I am busy with regular issues of a mid age man, and you get the picture: Track only. BUT few days ago I took my day off. No track booked. A plan to ride. I didn't do a multiple passes ride like the old good times (I will before end of the season, I almost can promise it), but I still rode 427km, crossing few passes, and landing in Tolmezzo, where the mini racetrack is, and where my dear friend Barry and his riding school Rock And Road are offering these riding school days on different levels of skill. I enjoyed staying there, and, cannot deny, I couldn't keep myself off the track, and had few laps on my bike and on Barry's Ducati Monster. Vi siete accorti che è un po' che non faccio uno di quei miei famosi giri? Non intendo pista, parlo di quei giri su strada, attraverso passi di montagna. E' vero. La pista mi sta dando quasi tutto quello di cui ho bisogno. La mia moto da strada è vecchia, e ce l'ho da una vita. Ci sono andato ovunque con lei. Aggiungiamoci che sono occupato con le normali cose di un uomo di mezza età :-) pertanto il risultato è semplice: SOLO PISTA. MA, qualche giorno fa mi sono preso un giorno libero. Non avevo prenotato pista. Volevo solo andare in moto. Non ho fatto il mega giro con tanti passi come i vecchi tempi (ma ne farò uno prima di fine stagione, quasi lo posso promettere), ma comunque mi sono fatto 427km, attraverso qualche passo, finendo a Tolmezzo, dove c'è la piccola pista per guida sicura e dove il mio caro amico Barry fa lezione di guida su vari livelli con la sua a href="http://www.rocknroad.biz/">Rock And Road. Mi sono divertito a stare li con lui, e comunque non sono riuscito a stare lontano dai cordoli, e mi sono fatto qualche giro con la mia moto e pure con il Monster di Barry
Ducati Monster:
The tour was across the following Passes:Il giro ha coperto i seguenti Passi:

  • Passo di Cibiana
  • Passo di Mauria
  • Passo del Rest
  • Forcella Pala Barzana
  • Passo di San Osvaldo
Left at 1030am, returned at 8pm. Loved it. Nice landscapes, lovely corners! It was good to be back!Sono partito alle 10:30, e ritornato alle 20:00. Mi sono divertito. Bei paesaggi. Belle curve. E' bello essere di nuovo in sella!

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Monday, August 20, 2012

Lesson Learned / Lezione Imparata

4th race of the club trophy. I am 2nd. At one point there's this Triumph, my direct opponent. It's sunny. I am loaded, ready to go. I qualify well: 1:44,367. My Opponent does a 1:44,350. We are packed on the grid. I do one of my great starts as always, and put back few bikes. Turn 1, great. Turn 2, great. Turn 3, the 'Rijeka' hairpin, left. I am too inside, due to traffic. My line is way too closed. I feel the rear wheel sliding moderately, I think it's the wrong line... Then it drift away massively, I lock the steer, put foot down, manage to hold it up and continue the race. But I am not safe. The set of tires I have did Salzburgring, and the whole qualifying morning. Over half a second improvement on my best. They are toasted. Lesson learned. Never racing with old tires. I arrive 7th. Now me and my opponent are 3rd, same points. Everything will be decided during next race, in September. With new tires! Quarta gara del trofeo del motoclub. Sono secondo in classifica. Il mio rivale su questa Triumph è terzo ad un punto. C'è il sole. Sono carico, pronto a gareggiare. Mi qualifico bene: 1:44,367. Il mio rivale fa un 1:44,350. Siamo vicini in griglia. Parto alla grande come sempre, mi metto dietro un sacco di gente. Curva 1, bene. Curva 2, bene. Curva 3, la 'Rijeka', tornante a sinistra. Sono troppo chiuso a causa del traffico. La mia traiettoria è troppo interna. Sento che mi parte il posteriore a poco a poco, e penso sia solo a causa della traiettoria sbagliata... Poi mi parte di brutto, chiudo lo sterzo dall'altra parte, metto giù un piede, riesco a tenerla su e continuare la gara. Ma non mi sento sicuro. Il treno di gomme che ho su si è fatto il Salzburgring, e tutte le qualifiche della mattina dove sono migliorato di oltre mezzo secondo. Le gomme sono alla frutta. Lezione imparata. Mai gareggiare con gomme vecchie. Arrivo settimo. Ora io ed il mio rivale siamo terzi, a pari merito. Tutto si deciderà durante la prossima gara, in Settembre. Con gomme nuove!

Friday, August 10, 2012

Salzburgring.

So finally I did it. I went to the epic Salzburgring. Finalmente l'ho fatto. Sono andato a girare sull'epico Salzburgring.
What a track! This is one of the purest old school tracks still existing and in full activity. A dangerous track. A real one. Where there is one thing that matters: SPEED. This is a track that may even result boring, until you learn it and start to let yourself go. Surely, facing a right corner, banked, in full 5th gear, with throttle fully open isn't something for everybody. And when you start to do that, you jump into another dimension. The dimension of pure speed. I am not talking about being fast. You can be fast on a slow track. The shorter is the time you need to lap it, the faster you are. But you can be having a moderate average speed. Brand new racetracks are built with the tendency to make things safe. Wide run off areas (at Salzburgring you can land on the area where sheeps are enjoying the view),slow corners. Che pista! Questa è una delle piste vecchia scuola più pure rimaste in giro, ed in attività. E' una pista pericolosa. Una pista vera. Dove c'è una sola cosa che conta: LA VELOCITA' Questa pista può anche sembrare noiosa, almeno finché non inizi a capirla e ti lasci andare. Certamente, affrontare una curva a destra, in parabolica, in quinta piena, con il gas spalancato non è per tutti. E quando inizia a farlo, salti in una nuova dimensione. La dimensione della velocità pura. Non sto parlando di essere veloci. Puoi essere veloce anche in una pista lenta. Più basso è il tuo tempo e più veloce sei. Ma magari hai una velocità media moderata. Le piste nuove sono costruite con la tendenza a rendere tutto sicuro. Ampie vie di fuga (al Salzburgring puoi finire nel prato dove ci sono le pecore che pascolano!), curve lente.
Sheeps / Pecore
Dangerous / Pericoloso
I told you it's Dangerous / Vi ho detto che è Pericoloso
Everything built to maximize profit and have customer coming back. But what about the thrill that takes us all there? Real speed is about being able to push your bike's top speed, and keep it there for a while. Real speed is when the percentage of full throttle on the lap is damn high. Salzburgring is extremely fast. It gets interesting only when you're fast, really fast. You use all the 6th gear, and if your gearing ain't long enough, you will find yourself redlining when you actually need more speed. That's it. This is speed. Tutto è costruito per massimizzare il profitto e far si che il cliente torni. Ma che ne è delle emozioni che ci portano a girare in pista? La vera velocità è essere capaci di spingere la moto alla velocità massima, e mantenerla tale per un po'. La vera velocità è quanto la percentuale di gas aperto al massimo in un giro è dannatamente alta. Il Salzburgring è estremamente veloce. Diventa interessante solo quando sei veloce, molto veloce. Usi tutta la sesta, e se i tuoi rapporti non sono sufficientemente lunghi ti ritrovi al limitatore proprio quando hai bisogno di altra velocità. Questo è. Questa è la velocità.

Thursday, August 2, 2012

Moto Guzzi V7. A casa di un amico.

Un paio di settimane fa, per motivi di lavoro, mi trovavo dalle parti della WEST ROAD BIKE, concessionaria Aprilia e Guzzi che aveva offerto una giornata test ride al mio motoclub, e grazie alla quale ho provato la Guzzi Stelvio 1200 (vedere QUI).
Controllo l'agenda appuntamenti, e vedo che una mezzora libera è possibile. Punto il navigatore ed immediatamente arrivo a destinazione.

Mi accoglie Paolo. 
Come  una qualsiasi sosta a casa di un amico, iniziamo a chiacchierare. E' felice di vedermi, mi offre un caffè, e come due appassionati di moto iniziamo ad andare in giro per la bella struttura. Vedo il magazzino, vedo l'officina, il bellissimo show room.
 Ho detto un amico. E non sbaglio. Ho osservato Paolo trattare con diversi clienti, mentre passeggiavo per il negozio scattando fotografie. Raramente ho visto una tale offerta di servizi che va ben oltre quanto offerto dalla casa madre o quanto ci si possa aspettare da una concessionaria ufficiale. Ho visto clienti con particolari necessità di borse e bagagli venire rassicurati da Paolo, il quale prometteva di impegnarsi a trovare l'articolo aftermarket (tra l'altro non trattato da lui) pur di assecondare il cliente. Ho visto persone alle quali piaceva una moto, ma non trovava la colorazione ideale nell'offerta della casa. Paolo ha offerto un servizio di carrozzeria, e pure suggerito un idoneo abbinamento cromatico che potesse soddisfare il cliente, o meglio, l'amico.  Un sarto con clienti prestigiosi, degli amici, un sarto che conosce ogni desiderio ed ogni misura, che sa individuare le necessità, e che offre un servizio impeccabile. Esattamente come il gestore del ristorante di fiducia, che dopo molti anni conosce i tuoi gusti e sa sempre cosa offrirti per renderti più piacevole l'esperienza. La differenza è che Paolo vende moto, moto che non fabbrica lui.
 
 "Vuoi provare la V7?"

Me lo aveva promesso subito dopo la prova della Stelvio, e mi aveva pure invitato presso la sua sede. Però...la mia è stata una visita improvvisa, non pianificata, e non era mia assoluta intenzione approfittare della cortesia. E, ovviamente, non avevo con me il casco, e nessun altro abbigliamento tecnico.
Questo però non è un problema. Da Paolo puoi entrare con la patente ed in mutande ed uscire, dopo un'ora, vestito completamente ed in sella ad una moto. Non manca nulla.
E proprio dal nulla si materializza un casco ed un giubbotto. 
"Provali, dovrebbero andarti bene". 
Andavano bene.
....in pochi minuti mi ritrovo in giro in sella alla Guzzi V7. 
Posso osare dire che Paolo mi ci ha costretto. ...ed io non ho opposto resistenza...

Ci sono state epoche dove la moto era quasi solo del tipo "cafe racer". Si trattava di motociclette che erano dei mezzi di trasporto veri. Ci si muoveva. Si andava al lavoro. Ma la loro dualità permetteva di renderle delle autentiche fuori serie, dei mezzi esclusivi la cui proprietà è motivo di vanto. Oggetti di culto da esibire. In piazza, al bar, sulla strada verso la spiaggia. 
Oggi i tempi sono diversi. Serve tecnologia. Colori fiammanti. Molte "R" per dare il senso della potenza. Del rumore. Patetici simboli sociali, spesso usati, inutilmente, per cercare di far presa sull'altro sesso.
Fate una domanda alle vostre mogli. Chiedetele cosa pensavano o pensano del galletto di turno, con la moto fiammante, che si esibisce in burn out o impennate.
Fatto?
Voi, maschi, penserete che è una cosa strafica, che dimostra la vostra virilità, la capacità (?) di dominare una belva.
Loro, le nostre pazienti signore, penseranno cose come
  • Che imbecille
  • S'ammazza
  • Questo non potrà mai essere il padre dei miei figli, anche perchè morirà prima
Certe cose sono arcaiche. Noi maschi facciamo guerre. Loro, più intelligenti, pensano a preservare la specie. 
Quindi, pensando alla V7, facciamo un breve e non completo riepilogo del mercato attuale, secondo il mio personalissimo parere (è il mio blog, scrivo ciò che mi pare):
  • Sportive: solo pista. Per strada sono assolutamente inutili.
  • Sport Tourer e tourer: se non viaggi non ti servono. Al bar fanno ridere. Parcheggiate fuori dall'ufficio soffrono. Sono fatte per viaggiare, lontano, e veloce.
  • Enduroni (Stelvio, GS ecc): come le sport tourer. Però vanno più lontano, caricano di più e se trovano un percorso sterrato vanno ugualmente. Al bar fanno ridere. Parcheggiate fuori dall'ufficio soffrono. Sono fatte per viaggiare, lontano, ovunque.
  • Scooter: NON SONO MOTO.
  • Cruisers: sono fatte per viaggiare, per andare ai raduni, e hanno una vita sociale propria. Al bar ci stanno, ma occupano spazio e sono impegnative. Sono fatte per viaggiare con stile. Lontano. Sono la libertà.
  • Qualsiasi moto da fuori strada: appunto, fuori dalla strada.
  • Naked: sono delle sportive senza carene, con il manubrio largo. Mangiano il misto stretto. Divorano curve. Fanno pure divertire in pista. Al bar fanno ridere. Parcheggiate fuori dall'ufficio soffrono. Sono fatte per i passi.
  • Motard: vedi Naked.
Cosa manca? 
Cafe Racer. Quelle pure, non le super cafe racer custom con motori turbo e gomme slick. Quelle le lasciamo alle categorie sopra citate.
Cafe Racer: Ovvero moto della categoria naked che nascono tali, e che non derivano da una sportiva modificata. Moto che non si misurano con i cavalli, con la velocità o con gli ordigni tecnologici nascosti sotto la sella. Moto con fascino retrò, tecnologia retrò in chiave moderna. Moto pure, semplici e pulite nelle linee. 
Sono le moto per la passeggiata della domenica, senza dover per forza fare il tempo, fare 30 passi, 1000 chilometri, o salire sul monte lungo un single track battuto dalle Mountain Bikes.
Sono moto per andare al bar. Per andare in ufficio. Per portare il figlio a scuola. Sono moto che hanno classe, che non impegnano, che sono tremendamente belle nella loro estrema semplicità. Sono moto compatibili con la cravatta, ma anche con il giubbino in pelle e le mani sporche di olio. 

Sono moto che portano il motociclismo agli albori, alla purezza. 
Sono moto che regalano una sensazione spesso dimenticata: 
Quel sottile piacere della brezza sul viso.
Regalano sensazioni senza richiedere impegno. Non corrono forte, non spiattellano le gomme, non soffrono nel traffico, non soffrono in città, non soffrono in autostrada, affrontano la montagna, e permettono un uso completo.
Una volta possedevo una Benelli 500/Quattro del 1975. La V7 mi ha regalato quelle sensazioni dimenticate.
La Guzzi V7 è dannatamente semplice. Guidarla offre una sensazione di felicità, è una moto che definirei simpatica e divertente
Il rumore meccanico dello storico bicilindrico è bellissimo, ed accompagna l'esperienza come un buon bassista sa accompagnare i migliori chitarristi blues.
Ha un cambio dolce, docile, soffice, ma preciso. Frena in maniera perfetta nonostante abbia un solo disco all'anteriore. In folle, quando sei li con un piede a terra aspettando il verde, ti ritrovi a giocare con l'acceleratore per sentire il movimento dei pistoni, che trasmettono quella sensazione di dondolio, offrendo la percezione della posizione all'interno del cilindro. 
E nonostante questa semplicità meccanica è tutto così dolce, tanto che l'immagine sugli specchietti retrovisori è sempre perfetta, mai rovinata dalle vibrazioni.
Una strumentazione essenziale. Una guida semplice. Una moto per muoversi, liberi e spensierati. Un oggetto divertente.
Con una componente extra:
Una personalità infinita
Non so se deriva dalla storicità del marchio, da soluzioni tecniche tradizionali e collaudate. Sarà quell'essere così vera, pura ed essenziale.
Sarà quel richiamo al passato. Quell'odore di benzina, e storia.
Io non lo so.

E non so nemmeno se qualcuno potrebbe scegliere una moto come questa facendo una scelta razionale. Forse viene comprata per passione, non per risultato di un ragionamento basato sulle effettive necessità di movimento su due ruote.

Ma c'è una cosa da dire:
Sono fermamente convinto, e guardandomi attorno trovo solo conferme, che la maggior parte delle motociclette appartenenti alle categorie elencate sopra vengono usate irrazionalmente. In forme lontane da quelle ideali (basti pensare al numero di sportive che si vedono in città). 
Questo mi fa dedurre che la scelta più irrazionale di una moto potrebbe, alla fine, diventare la più giusta, sensata, gradevole
e godibile. Questa è la V7. 
E Paolo, nell'offrirmela, non mi ha dato alcuna informazione (come fece per la Stelvio). Mi ha semplicemente dato le chiavi. Non esiste una forma commerciale per ubicare, nel mercato, la V7. Bisogna provarla. Bisogna capire.
Io ho capito.

Posseggo due Suzuki.
Ma, in attesa della mia prima Guzzi (un giorno succederà, lo sento...), ero ad un passo dal comprare qualcosa come questo:

Che strana sensazione. 
Non ho comprato la maglietta. Ma Paolo è sempre li. Tornerò a fargli visita.