Monday, December 8, 2014

WINTER?

It's December 8th. And I am still riding... E' l'8 Dicembre. E sono ancora in giro in moto...

Tuesday, November 25, 2014

There.

There isn't much to say. End of November. Still good temperatures. Riding at almost 2000mt and getting this view in such a sunny day. Only thing to say is, "I had to be there". Non c'è molto da dire. Fine Novembre. Ancora temperature miti. Andare in moto a quasi 2000mt e godere di questa vista in un giorno così soleggiato. L'unica cosa da dire è che "Dovevo essere li."

Peace

Bootprint

Sunlight

Up there

Wonderful #1

Wonderful #2

Southview

Endless #1

Endless #2

More peace

937

Limits

No, limits.

Wideview... (click!)


Wednesday, October 22, 2014

Pure Meet and Piss.

There are days you simply wake up, and go for a piss.
Well, if you don't really mind normality, if you don't want to be like anybody else, it may happen you hop on the bike to go taking that piss.
And since the engine is screaming, the wrist is itching, and it's getting harder to hold the piss... but you don't want to piss right there... well... you can easily put a quarter thousand kilometers under your wheels.
So you cross Passo Tonale, then Passo Gavia... with its beautiful view... such a magical scenery you cannot piss around. So you resist, keep pushing, and on the way up to Stelvio, in the middle of narrow hairpins, you see one of those with two square meters of land OUTSIDE the corner: fantastic... any other hairpin is tarmac + wall + ravine... and you don't want to die pissing, would you?
So you arrive, almost red-line (literally...) and you see those two square meters. Occupied. There's another one standing there, but half of the area looks accessible, so you don't turn, exit there, side stand and.... TAKE A PISS.
OPS. The original plan, before your urinary bladder went beserk, was to Meet with your riding buddy somewhere in the Dolomites, without even setting up a meet point, not even confirming the plan... and you find out his bladder was out of control too, right there, in the same place, same moment, same universal alignment. Thousands corners, hundred kilometers to meet. And Piss.
That's it. That was October 2014. Still great weather, not cold, and climbing well over 2800mt.

Just for a piss.
And some food.
Then all the way back home.
540km to find out you had a WC at home.
But that would have been obvious. Normal. Common stuff for regular people.

That's not us.
Ci sono giorni che ti alzi e vai a pisciare.
Beh, se proprio non ti frega essere normale, se proprio non vuoi essere come gli altri, può succedere che salti in sella e vai da qualche parte a pisciare.
Ma visto che il motore urla, il polso è caldo, ed inizia a diventare difficile trattenere la pisciata... ma non vuoi comunque pisciare proprio lì... beh... può dunque succedere che ci metti su quel quarto di migliaio di chilometri.
Allora attraversi i Tonale, poi il Gavia... con la sua vista magnifica, un posto così magico che proprio non puoi pisciare lì. Allora resisti, continui a spingere, e nella salita dello Stelvio, in mezzo ai tornanti stretti, ne vedi uno di quelli con due metri quadri ti terra fuori dal tornante stesso: fantastico... gli altri tornanti sono asfalto + muro + burrone... e proprio non ti va di morire pisciando, giusto?
Allora ci arrivi, quasi al limitatore (letteralmente...) e vedi quei due metri quadri. Occupati. C'è un altro tizio li in piedi, ma metà dell'area è ancora accessibile, non fai la curva, esci, cavalletto e.... PISCIATA.
OPS. Il piano originale, prima che la tua vescica andasse via di testa, era di Incontrare il tuo amico da qualche parte sulle Dolomiti, senza un piano preciso, senza nemmeno la certezza di fare il giro.... e ti ritrovi che pure la sua vescica era fuori controllo, proprio lì, nello stesso posto, stesso momento, stesso allineamento universale. Migliaia di curve, centinaia di chilometri per incontrarsi. E Pisciare.
Ecco qua. Questo è stato un giro di Ottobre 2014. Con ancora un buon meteo, no freddo, perfetto per salire sopra i 2800.

Solo per fare una pisciata.
E mangiare un boccone.
Poi tutto il ritorno verso casa.
540km per scoprire che un cesso ce l'avevi a casa.
Ma sarebbe stato ovvio. Normale. Roba qualsiasi per gente qualunque.

E noi non siamo di questa stirpe.


FOTO 
Gavia

Gavia

Selfie on Gavia

Gavia

Meet and PISS!!!!!!

Puff to come!

Eco Boost, fuck it edition I

Eco Boost, fuck it edition II

Tonale
 
Route:
  • Passo Tonale
  • Passo Gavia
  • Passo Stelvio
  • Passo Palade


Very side note: my bike turned 97,000km right there at the Meet and Piss point.
Very side note 2: mate's Ducati turned 14,937km right there at the Meet and Piss point.
...kinda spooky...
Nota finale: la mia moto è arrivata a 97,000km spaccati proprio li, al punto di incontro e Pisciata
Nota finale 2: la Ducati del mio amico ha raggiunto i 14,937km proprio li, al punto di incontro e Pisciata
...molto sinistro...

Sunday, September 21, 2014

9.9+9

Great. We're in Autumn. The fun is that we jumped straight from Winter to a new Autumn, skipping most of Spring and the whole Summer.
Here it simply rained every single day of this summer. Add few other issues, and it turns out I rode very locally (<100km and="" br="" either.="" much="" not="" rides="" that=""> But on Septermber 9, I realized it was 5 years since this event, the 999.
Let's repeat it?
Me and my mate were trying a good day to meet somewhere on top of mountains since early August, if not July. As said above, no luck.
This time we decided to face weather, and do it FIVE YEARS AND NINE DAY after the original one. 9.9+9 !!!
Meeting set on Plose!
So I rode almost 450 km on that day, crossed seven passes, and that feels like it... like I really enjoyed what I used to in the past.
Weather was crappy, but DRY... We even got fog, but still no rain. Amazing? Really. One of those day you don't need a dark visor, but at least we didn't need rain gear either!
Despite being pretty away from street riding, I truly enjoyed the day. And the day after I would have gone for another thing like that... confirming I did really find the ancient taste for this.








Passes ridden:
Grandioso. Siamo in Autunno. La cosa divertente è che siamo saltati dall'Inverno ad un nuovo Autunno, evitando quasi tutta la Primavera e l'intera Estate
Qui ha semplicemente piovuto ogni giorno durante tutta l'Estate. Aggiungici altre cose, e ne esce che ho usato la moto solo qui in giro (giri da meno di 100km) e comunque nemmeno tanto.
Ma il 9 Settembre era il quinto anniversario di questo evento, il 999.
Da ripetere?
Io ed il mio amico stavamo aspettando un giorno favorevole per incontrarci in cima alle montagne fin dagli inizi di Agosto, se non anche Luglio. Ma come detto prima, non abbiamo avuto fortuna.
Questa volta abbiamo deciso di sfidare il meteo, e ripetere questa cosa CINQUE ANNI E NOVE GIORNI dopo l'originale, 9.9+9 per l'appunto!!!
Punto di ritrovo: Plose!
Quindi mi sono fatto quei 450km o quasi, su sette passi, e davvero.... mi sono divertito a fare quello che facevo una volta.
Il tempo faceva schifo, ma era asciutto.... abbiamo trovato pure la nebbia, ma comunque mai pioggia. Stupefacente? Davvero! Era uno di quei giorni dove la visiera scura non serve, ma almeno non ci è servita la tuta antipioggia!
Anche se sono lontano dai giri in moto su strada, mi sono comunque veramente divertito. Ed il giorno dopo avrei voluto farmi un'altra cosetta simile... il che conferma che ho assaporato quell'antico gusto per queste cose.




Ecco i passi fatti:



Passo Falzarego
Passo Valparola
Passo Erbe (Würzjoch) + Passo Eores
Passo Sella
Passo Costalunga
Passo Lavazé
Passo Manghen
Valparola
Valparola
Lago di Carezza
Manghen
Manghen
Manghen
Manghen

Monday, August 18, 2014

ADRIA 13.8.2014. Il ritorno. I am back!


Tutto nasce dal forum del Pompone. Non ho tempo per seguirlo e spesso gli argomenti sono relativi a incontri sociali ai quali non ho tempo di partecipare o relativi a moto di modelli che non posseggo con problemi ai quali non saprei dare soluzioni. Ma a volte apro l'iPhone e guardo cosa succede, tanto per non restare fuori dal mondo, e spesso bazzico nella sezione Squadra Corse. Casualmente un mesetto fa apro e mi trovo un argomento dal titolo interessante: “Chimera Test Track Pompone”. Test track? Mi interessa! Leggo, valuto, e vedo che un tal Rolik42, persona che non conosco, ha costruito la sua moto... l'estremo “anti-produzione”: non c'è quello che voglio sul mercato? Me lo costruisco! Sinceramente non so di cosa si parla, ma vedo che un manipolo di personaggi -frequentatori di autodromi e non- si mette in lista. Ci sono amici carissimi che non frequentano la pista, ma che amano le moto in maniera assoluta (nick name? Testagrossa e Desmosecco, tanto per non intuire cosa cavalcano), ma anche “rivali” noti delle giornate racing del pompone. Wow, c'è anche un personaggio -il Conte- che conobbi proprio ad Adria alcuni anni fa (quindi un ritorno alle origini, giusto?) e pure l'mh900e, mio eterno amico e rivale nelle competizioni a Rijeka del Trofeo Pompone. E poi? Un gruppo di “guardoni”, personaggi che si fanno la strada fino ad Adria solo per guardarci, per chiacchierare, divertirsi. La cosa non ha prezzo!

Io ci penso, e mi metto in lista. Cosa mi importa? Non ho più la moto da pista -e la cosa mi fa soffrire molto- e sono assente dall'asfalto tra i cordoli da quasi un anno causa devastazione … proprio in autodromo. Decido di caricare la mia antica moto stradale, la 937, sul carrello ed andare all'evento, senza impegno, senza pretese, con gomme stradali, specchi, fari, frecce e pure avvisatore acustico. Forse avevo anche la tuta anti pioggia sotto la sella.

Sono in un periodo nero, che forse è solo nella mia testa: non sto usando la moto, non ho tempo, davvero, non ho tempo per nulla …. il lavoro, la famiglia, i soliti problemi di una solita persona in una solita vita. Ma è praticamente ferragosto! Che venga spento il telefono e si dia il semaforo verde all'amicizia. Tanto, con questi personaggi, mica si può parlare di politica no? Tanto meno di lavoro! Non certo nel paddock! Alla peggio chiacchiero con i guardoni, giusto?

Arrivo ad Adria. Mi rendo conto subito che 1:ci sono anche moto in prova (MV, intera gamma) e che 2:i tester sono due personaggi noti: Lucchinelli e Ricci. Oh no. Ma voi sapete quante giornate e quintali di gomme (ed ettolitri di benzina 100 ottani) che io ho bruciato -in passato- dentro questo autodromo in compagnia di questi due loschi individui? Pazzesco. E' un ritorno a casa! Parcheggio l'auto, nemmeno scarico la moto: mi infilo subito nel paddock dell'MV, dove la sintonia mentale (deviata) tra me e Lucky è immediata; si da inizio ad una serie di battute che faranno da filler per l'intera giornata. E senza contare che poi si aggiunge pure Maida...

Ma dov'è questo Rolik42? Alla fine mi torna la memoria (ho vuoti, sapete, il sopra citato incidente...) e ricordo che con Rolik42 mi scambiai delle missive... lui era un musicista (ed io scrivo di musica)... e diventa interessante il fatto che finalmente ci si incontra. E' un tizio al quale, tra poco, dovrò MOLTO.

Ci incontriamo (quando esce dalla sua sessione) e entriamo subito in sintonia. Simpatia immediata. Io intanto faccio dei giretti con al mia moto, sento quel feeling “qui è casa” girando la pista e vedendo riferimenti noti... ma non mi diverto. Anzi, mi stanco, non mi piace, non sono con la moto che vorrei, non posso fare ciò che vorrei, non mi sento sicuro: ho degli standard di guida in autodromo che ormai si applicano solo ad un mezzo appropriato, dedicato.

Nel frattempo faccio una sessione con l'MV Tre Cilindri. Sostanzialmente è una “600”, ed essendo quella la categoria che mi interessa, non perdo l'occasione di farmi 15 giri con Ricci come apri pista. Lo dico anche a Lucchinelli: nessuno pensa che non sono quelle pochissime decine di Euro che si pagano per provare una moto nuova. Non è quella la vera cosa. Il vero valore “dell'investimento” è poter farti 15 giri con un pilota che ha corso il motomondiale, uno di quelli per i quali la gente tifa o ha tifato. Un appartenente al quel mondo leader dietro al quale veniamo tutti noi, con le nostre giornate in pista, le nostre garette sociali, le nostre sfide fai da te, i nostri pomeriggi davanti alla TV in occasione della gara. Quanta gente al mondo, magari tra 20 anni, potrà dire “mi sono fatto un giro di pista con Marquez o Rossi, e mi sono pure fermato a chiacchierare dentro il paddock?”. Ricci e Lucchinelli sono i Marquez, i Lorenzo, i Rossi, i Pedrosa che avremo tra 20-30 anni, quelli che non correranno più ma che continueranno ad amare le moto, e che oggi sono disposti a dispensare consigli gratuiti per far si che tutti noi, comuni mortali, possiamo divertirci di più, girare più velocemente (è quello che tutti noi vogliamo, no?) … e pure... scusate se è poco... farlo cercando di portare a casa le ossa intere. Per poter tornare la volta dopo.

La mia sessione MV è sfortunata. Non solo uno tenta di stendere Ricci (che abilmente lo evita, garantisco... ho visto la scena in prima fila... che se non c'era Ricci ci sarebbero state due moto distrutte, e due uomini a terra... magari non proprio in buone condizioni), ma io perdo la saponetta dopo il primo giro. Evito di disturbare Ricci, di fermarlo... decido di seguirlo e imparare ancora di più, anche se Adria la conosco molto bene. Ma, come poi conferma Lucchinelli, girare senza le protezioni non vuol dire “non gratto la saponetta”, in verità vuol dire “non ho più il riferimento di dove sono”. E' uno schifo. Mi viene offerto un ulteriore test (grazie per la gentilezza ragazzi!)... che però viene vanificato da temporale quotidiano che arriverà nel pomeriggio. Ma non è un problema. Ho capito che moto è, e tornerò a provarla accuratamente (con la saponetta!).

Ma per cosa ero ad Adria? Amici... ok ci sono, e ci divertiamo un sacco senza impegnarci eccessivamente. Ma non c'era quella Chimera? Che roba è?
Sintetizzo: la moto che Rolik42 si è costruito è un telaio Aprilia 250, con un bicilindrico Suzuki 650 trofeo, e un po' di altri pezzettini speciali. Studiata molto bene (il serbatoio è l'aribox, il vero serbatoio è ubicato altrove, ed in un punto ottimale per i pesi), monta slick Bridgestone (quelli che io adoro), ed è un collage estetico in continua evoluzione; vanta soluzioni tecniche molto, molto interessanti. Un giocattolo perfetto.

Rolik42 me la offre. Decido, scazzato come sono, di farci un giretto tranquillo, tanto per avere materiale per il presente articolo, tanto per riempire il giornalino del motoclub.
Faccio il primo giro e sento qualcosa, ma porto rispetto e cerco di capire che lavoro ha fatto Rolik42: dopotutto le sue interminabili ore di lavoro in garage durante l'inverno rivelano la loro bontà in meno di un minuto e mezzo, il tempo sul giro tranquillo dentro quella pista.
Avevo promesso due o tre giri, ma sono già al secondo. E scatta un meccanismo. Mi sento di essere dove voglio essere, sento che torno ad essere quello che sono, sento che si disattivano pensieri, preoccupazioni, cose negative, assurdità mentali... mentre il bicilindrico mi avvisa che poco sopra ai diecimila lui si spegne (sono abituato alle quattro). Terzo giro. La mia mente commuta. Altra dimensione. Quella alla quale appartengo. Devasto un mille, il tipo impegnatissimo, potenza mostruosa (la Chimera ha 70 cavalli....) sparisce dietro di me. Ne ingoio un'altro in staccata nelle ultime due curve a sinistra. Un 600 prova a passarmi all'esterno prima del rettilineo, ma la Chimera non pesa assolutamente nulla, ed inoltre, a dire di Rolil42, è “elettrica”: c'è tutto e subito, disegno una traiettoria stretta, poco efficace con moto che necessitano giri alti, e lo saluto... riuscendo a tenermelo dietro anche a fine rettilineo (il nuovo rettilineo di Adria è più corto, avere giri motore non serve quasi più a nulla, tranne con rapporti cortissimi). Rolik42 mi sta guardando. Non l'ho visto (io vedo contagiri e cupolino, il resto non esiste quando corro... e non stavo più provando la moto di un amico, stavo correndo), ma l'ho percepito. Successivamente mi racconta che un altro 600, un GSXR, cercava di passarmi... (non me ne sono accorto) e lui sperava -pregando qualsiasi cosa poteva pregare- che il tipo non mi attaccasse. Rolik42 aveva capito tutto: se quello mi si avvicinava io non rientravo in una dimensione umana, quella che mi ha fatto capire che ci stavo dando troppo (considerando anche un anno di mancanza di attività e la moto non mia...), e che -forse- era meglio mollare, alzare la manina, e passeggiare la Chimera in pitlane verso il paddock.

La moto è stupenda. Giusto per non dare troppo piacere a Rolik42 (sono una persona spregevole!) ho osato dirgli che ha un solo difetto: è brutta. Ma ho mentito. E' un giocattolo grazioso e decisamente aggressivo. Me la immagino a Le Luc in Francia, una pistina lunga come Adria che però giri tranquillamente impiegandoci trenta secondi in meno.

Provo riconoscenza per Rolik42. Non so se ha capito cosa ha fatto. Cosa mi ha regalato. Che stato mentale ha ridestato nella mia testa, quali conferme -che cercavo- mi ha fatto trovare, quale piacere immenso. Mi trovo seduto nel paddock, quasi annoiato. Fa caldo e mi scolo quattro litri di acqua. Guardo la 937 e, nonostante avessi l'intera giornata pagata, capisco che non ha senso rientrare. Sarebbe solo un inutile rischio ed un consumo altrettanto inutile di carburante. Viva l'ecologia. Poi la natura mi legge il pensiero, capisce, e manda un temporale mostruoso. Carico tutto, saluto tutti, monto in auto e punto al primo autogrill. Non avevo nemmeno pranzato, ma il cibo non era quello del quale avevo bisogno. C'era un'altra parte di me che doveva essere alimentata, e Rolik42 è stato lo chef perfetto. E considerate l'ebbrezza e l'esaltazione che ho provato, direi che è stato anche il sommelier ideale.

Quanti giri? Beh, i 15 senza saponetta con MV, forse 5 (comprese entrate ed uscite) con la 937, ed alcuni... NON SO QUANTI... con la Chimera. E questi ultimi sono stati l'essenza della mia giornata, forse anche della mia settimana, del mio mese e, perché no, della mia stagione. Il resto non conta. Non ha semplicemente senso.

Tranne gli amici. Era tanto che non incontravo con tranquillità un gruppo di individui simpatici, divertenti, accomunati dalla stessa passione. E' stata una giornata di ricerche fruttuose. Anzi, forse non cercavo nulla, ma ho trovato tante cose: amicizia e divertimento. Vecchie amicizie e goliardia. Nuove amicizie e sincerità. E pure me stesso. Grazie al Pompone, grazie al manipolo di motomalati e di nuovo grazie a Rolik42.


Chimera, Lucchinelli e Pomponi vari...



Friday, June 27, 2014

Back to where I belong(ed) / Torno a ciò che appartengo (appartenevo)

So. After some 8 months of complete lack of activity (motorcyling, sports of any kind), after having parted ways with my belonged GSXR 666, after a lot of shit and crap, I got back on the saddle the old ancient 937, ofcourse having done a very proper and complete service (including suspensions job).
I had few smaller rides around home, say some 30km. My riding way is purely track oriented. Dangerous on the street if I don't set my mind. I find boring anything that isn't twisty and traffic less. But in the end I forced myself, to test me out, to ride some mountains... which is basically the reason why this blog came to live in the beginning.
I wanted some 6 passes, but had to take "only" 4 due to weather conditions... but still... I clocked something close to 300km and had fun.
Amazing how several years of track only riding turned my perception of speed and pace. I felt SLOW and quite STUCK. But all bikes I met were really slower than me! Any bike, sport, racers, tourer, two ups, motard, naked. "Cruising" my way I was simply overtaking all the time.
After all on a race track you always give the best and think you did the best lap time ever. That applies on the very first track day when you're basically using a speed that can be defined "old lady crossing the street"-speed, and also to the fastest lap ever you obtain after years of motivation and training. Your feelings will be, in both cases, that you were FAST, since in both cases you got close to your limits. But your limits move forward as experience builds up....
Well to avoid getting stuck in the overtaking duty, I stopped several times and took the pics you can enjoy below. This was in early June... let's see if I can reset my limits and do some REAL sequence of passes (at least 10-15), like I used to do, where I did belong.

Passes ridden:

Bene. Dopo circa 8 mesi di totale mancanza di attività (moto, qualsiasi sport), dopo aver dato l'addio alla mia amata GSXR 666, dopo un sacco di merda e rogne, sono tornato in sella, con la vecchia -antica- 937, non prima di aver fatto un tagliando completo, compresa la rigenerazione delle sospensioni.
Mi sono fatto dei piccoli giri attorno a casa, roba da 30km. Il mio stile di guida è puramente orientato alla pista. Pericoloso per strada se non ti concentri. Trovo noioso qualsiasi cosa che non sia piena di curve e in totale assenza di traffico. Ma alla fine mi sono auto imposto di mettermi alla prova, fare dei giri in montagna... che poi è la ragione per la quale questo blog è nato.
Volevo fare 6 passi, ma ne ho fatti "solo" 4 a causa del meteo... ma almeno... mi sono fatto quasi 300km e mi sono divertito.
E' impressionante come molti anni di sola guida in pista abbia cambiato la mia percezione di velocità e ritmo. Mi sentivo LENTO e INCHIODATO. Ma tutte le moto che ho incontrato erano più lente di me! Tutte, sportive, pistarole, turistiche, in due, motard, naked. "Passeggiando" con il mio ritmo mi trovavo a superare costantemente.
Dopo tutto in pista dai sempre il meglio e ti sembra sempre di aver fatto il miglior tempo. Questo vale per il tuo primo giorno in pista in assoluto, quando la tua velocità è paragonabile a quella di una vecchietta che attraversa la strada, ma vale anche per il giro più veloce in assoluto che riesci a fare dopo anni di motivazione ed allenamento. In entrambi i casi ti senti velocissimo, in quanto in entrambi i casi ti sei avvicinato ai tuoi limiti. Ma i tuoi limiti si spostano in avanti con l'esperienza maturata...
Beh, per evitare di continuare a sorpassare gente, mi sono fermato molte volte per fare le foto, alcune delle quali potete godervele qua sotto. Il giro risale agli inizi di Giugno... vediamo se ora posso ripristinare i miei limiti e fare una sequenza decente di passi (10-15 almeno), come era mia usanza fare, nel mondo al quale appartenevo.

Passi percorsi:


  • Rolle
  • Valles
  • San Pellegrino
  • Manghen

Rolle


Valles


Valles


San Pellegrino


San Pellegrino


San Pellegrino


Manghen (before/prima)


Manghen (before/prima)


Manghen (before/prima)


Manghen


Manghen


Friday, April 11, 2014

MOTOCLUB POMPONE: Visita alla IMASAF (4.4.2014)

IMASAF: ovvero le marmitte made in Italy, made in Veneto. Marmitte che escono in plotoni di 7000 al giorno, da un campo base esteso su 50000 metri quadri (coperti). Credevo di non farcela, ma alla fine ritaglio il tempo da una agenda fitta di impegni e mi avvio, per mio conto, verso lo storico stabilimento di Cittadella. Arrivo, entro nel parcheggio e vedo un manipolo di personaggi abbigliati come se dovessero andare in moto (di fatto... erano in moto... e anche di tipologia molto variegata) verso mete lontane, lontanissime. Di fatto la cosa ha senso: camminare da una punta all'altra dello stabilimento IMASAF è un meta non certo vicina. L'incaricato ci accoglie. Non so se è un infiltrato del Pompone alla IMASAF o un infiltrato della IMASAF al Pompone. Ma gira con una Ducati, e veste Pompone. A dire il vero praticamente tutti i partecipanti vestono con merchandising Pompone oppure Ducati. C'è anche un Aprilia, sempre Made In Italy. Se devo essere sincero c'è anche un rompiscatole con abbigliamento Suzuki Superbike (io), ma la componente eterogenea è sempre stato il punto forte del Pompone. Anche il range di età è molto eterogeneo, e spazia da motostudenti a motopensionati. Inizia la visita. In uno stabilimento che è palesemente a norme con tutto, ci sono regole da rispettare, percorsi da seguire. Il nostro anfitrione si impegna a farcele notare, per la nostra sicurezza. Mille cartelli avvisano di tutti i pericoli di una industria che lavora i metalli... e mi fa sorridere il cartello “vietato fumare” in un posto che costruisce tubi per farci passare dentro... dei fumi. Lo stabilimento è un via vai di carrelli elevatori, i quali corrono come pazzi.
Mi viene garantito che il limite di velocità di 10Kmh viene rispettato (bugia...), e che non c'è competizione tra gli incaricati (davvero?). IMASAF ha una produzione immensa. Ci viene mostrato tutto: dal pezzo di metallo, fino all'impianto di scarico completo. E' interessante vedere uomini e macchine al lavoro assieme: cura umana e precisione dei robots. Molti vogliono approfondire, e porgono domande anche estremamente tecniche. C'è interesse, un interesse che viene da curiosità, conoscenza, passione, fanatismo. Nel caso di quest'ultimo elemento, giuro c'è gente che ha completato la visita convinto che la marmitta per una qualsiasi
utilitaria tedesca possa essere facilmente -e con successo- adattata al vecchio Guzzi che attende in garage la bella stagione. Gente pronta a firmare un ordine pur di aggiungere del made in Italy ad altro made in Italy. La visita prosegue: dal taglio e gestione metalli, fino alla vera e propria costruzione degli impianti di scarico. Sezione saldature, dove ci sono due motivi di vanto della realtà Veneta: il complesso ed invidiato sistema di saldatura robotizzato, e quello umano, dove addetti esperti si occupano di un lavoro artigianale per serie limitate, realizzato nel bel mezzo di una realtà industriale avanzata. Questo avvalorare la mano dell'uomo, in mezzo ad un tripudio di robots, è lodevole, ed è un concetto che si legge sulla faccia dei dipendenti. Certo, era venerdì pomeriggio, ma non si vedeva gente triste o annoiata da un lavoro pesante e/o ripetitivo. Anzi. Ogni operatore era sorridente al nostro passaggio. Alcuni di noi si intrattenevano con questi indaffarati incaricati, i quali erano felici di rivelare qualche piccolo segreto degli incarichi a loro assegnati. Un ambiente che ispira passione ed armonia, un ambiente dove sembra che ogni dipendente ami lavorare nel posto a lui assegnato. Pensate che nel parcheggio dei dipendenti ho notato più di un'auto con gadget dell'azienda esposti sul pianale... Tra un carrello elevatore in derapata e l'altro in accelerazione brutale, spuntano quelli targati Pompone.
Pure la bicicletta del manutentore è targata Pompone, e vanta un impianto di scarico racing. Si arriva al magazzino. Metri e metri di scaffali, infiniti modelli e tipi di prodotto catalogati, pronti alla consegna. Uno spazio immenso, senza limite, dove ancora una volta uomo e macchina convivono. IMASAF non è un produttore locale. Oltre a servire il mercato aftermarket dei ricambi (e quindi producendo impianti di scarico per qualsiasi veicolo), è fornitore delle installazioni di serie di Iveco e gruppo Volkswagen-Audi. Quando sentite quelli che si vantano di compare Tedesco, in realtà comprano anche a Cittadella. Ci sono brevetti interessanti in IMASAF, unici, come ad esempio il filtro anti particolato lavabile. Impianti di scarico creati per gestire l'eterno problema dei motori: l'inquinamento ed il suono. Impianti di scarico che spesso sono ignorati, ma che sono colonna portante di un veicolo fedele alle omologazioni moderne (siamo arrivati a supporre che prima IMASAF fa la marmitta e poi ci si costruisce attorno la vettura).
Molti di noi, però, costruirebbero una vettura attorno all'impianto di scarico esposto in reception, ovvero quello di un'auto di Formula 1 (Benetton ai tempi di Fisichella), un autentico capolavoro. Rituale fotografico, scherzi, battute, camminata veramente lunga (andata e ritorno): due ore abbondanti di passione e cultura industriale. Qualcuno che ho incontrato mi ha espresso il suo parere, ovvero che questi prodotti li fanno anche in Cina, con un quinto del costo. Vero, è stata la mia risposta, ma -con molta fortuna- con solo un decimo della qualità. E certamente senza un minimo termine di paragone per quanto riguarda il livello di capacità evolutiva e di passione umana dimostrata da realtà come questa.